Nightguide intervista i fratelli Cavalera dei Cavalera Conspiracy

Nightguide intervista i fratelli Cavalera dei Cavalera Conspiracy


I Cavalera Conspiracy sono la nuova creatura dei fratelli Cavalera, fondatori dei Sepultura: nati come Inflikted nel 2007 dopo più di dieci anni di non collaborazione Max e Igor Cavalera, hanno cambiato il nome per problemi legali ma hanno deciso di chiamare Inflikted il loro primo album del 2008. Psychosis, il loro quarto album in studio, è uscito il 17 novembre per Napalm Records e Nightguide ha fatto una chiacchierata con Max e Igor Cavalera, i due fratelli brasiliani eletti a padrini del metal. 





Potete dirci qualcosa sul nuovo disco, Psychosis?
I:Che vorresti sapere?


Quello che volete: ho visto il nuovo video ed è fantastico, per esempio.
I: Si, sono davvero felice del video, ci sono state un sacco di collaborazioni con tante persone con cui amiamo lavorare. il video è stato fatto da Paul Booth, che è anche un tatuatore di New York, che ha lavorato con noi tanti anni fa, tatuando me e Max e facendo parecchi lavori di grafica per noi. Gli abbiamo chiesto di lavorare al video ed ha fatto un lavoro bellissimo, c'è questa vibe oscura che rappresenta la canzone molto bene. E siamo molto felici dell'uscita dell'album, è qualcosa che non vedevamo l'ora di fare.
M: Sono molto felice del disco, credo sia un ottimo album da fare ora: abbiamo accolto le nostre influenze del passato ma con un nuovo sound. E' stato un team work di tutta la band, con Arthur alla produzione e Joe al mastering, un grande lavoro di squadra! (ride) Penso sia un buon disco, ha un sacco di potere grezzo. Psychosis è unico, in un certo senso: c'è tanta brutalità ma altrettanta tecnica in molte parti ed elementi. E' un disco pieno di cose di cui sono entusiasta, ed è un disco unico anche perché non c'è una sola canzone da hit, come potevano essere Arise o Refuse and Resist per i Sepultura, o Eye for an eye o Prophecy per i Soulfly. Qui tutto il disco è una hit song! Ci piace provare cose nuove, quindi magari questa volta ci siamo avvicinati più al thrash, ci abbiamo messo le cose con cui siamo cresciuti, ci abbiamo messo dentro anche Roots e la combinazione è davvero bella. C'è un grande lavoro di strumenti e batteria: adoro la batteria di Iggor sul disco, credo sia davvero un grande batterista e qui ha fatto uno dei suoi migliori lavori. Il video poi ha questa aura che la gente ama, death metal, thrash metal, cose che non facevamo da un po' e ora ci siamo tornati a tutta forza. 


Come sta andando il tour, perché state girando da quasi un anno!
I: Si, prima con il tour Return to roots, e l'anno prossimo sarà il turno del tour del disco coi Cavalera Conspiracy. Siamo piuttosto eccitati per questo. 
M: Mi sa che gli anni sono due! (ride) Sta andando alla grande, ci sono un sacco di show sold out. Abbiamo fatto parecchi festival in europa e gli show sono pieni di gente di tutte le età: ci sono ragazzini che non erano nemmeno nati quando Roots è uscito, ed è la stessa cosa che è successa a me quando ho scoperto i Black Sabbath. Con Roots è successa la stessa cosa: è un lavoro che colpisce tutti, a qualunque età. Poi c'è in arrivo il tour mondiale di Psychosis dei Cavalera Conspiracy.


Roots ha compiuto 20 anni l'anno scorso, pensavate che avrebbe avuto il successo che ha avuto quando l'avete registrato? 
I: No, è stata una grande sorpresa, ed è sorprendente che sia ancora così importante dopo tutti questi anni. E' divertentissimo suonare quelle canzoni dal vivo, e rappresentano qualcosa che abbiamo fatto un sacco di tempo fa: ai concerti ci sono persone che non c'erano allora, come i ragazzini, o chi si è perso quei tour per qualsiasi ragione. 
M: No, in realtà volevamo solo fare un bel disco, non abbiamo cercato di fare un disco leggendario o cose del genere. Volevamo solo che fosse potente e ben fatto, provare cose nuove. Ci abbiamo messo tutta la passione, e Roots è un disco pieno di passione che si ispira alle nostre radici. Metterci dentro le nostre origini è stato grande, lavorare con gli indigeni è stato grande: è quel tipo di disco che ti esce una volta nella vita. Psychosis magari non suona come Roots, ma ha la stessa passione dentro, ed è quella la chiave del lavoro: se non ci metti la passione non ci metti niente. Poi quello che succede all'album smette di essere nelle tue mani: che piaccia alla gente o meno non dipende da te, non è una cosa che puoi controllare. Roots ha colpito tante persone, c'è chi ne parla come uno dei migliori dischi metal di tutti i tempi, ha vinto il disco d'oro in parecchi paesi: erano i tempi in cui la gente comprava ancora CD, adesso che non lo fa più non vinciamo più dischi d'oro. La mia passione però non è cambiata, amo il metal, amo fare metal, e si sente sia in Roots che in Psychosis. 


Quindi il vostro pubblico va dai ragazzini a gente più grande: c'è di tutto ai vostri show!
I: Si, devo dire che è un bel mix, davvero bello.


Qual è il vostro rapporto coi fan?
I: E' cool! Voglio dire, anch'io sono un grande fan della musica, è il motivo per cui abbiamo fatto cose come far uscire un box set di vinili. Io colleziono vinili, li compro di continuo, quindi quando vedo che una cosa del genere esce con la mia musica sono davvero felice perché capisco come ci si sente ad andare in un negozio e comprare i dischi che ami, che vuoi tenere e collezionare. Ci comportiamo come fan, in effetti, facciamo quello che vorremmo facessimo se fossimo fan. 


Igor, tu hai anche un progetto elettronico con tua moglie Laima, i Mixhell: la cosa ha influenzato in qualche modo il tuo modo di suonare la batteria in questo nuovo disco dei Cavalera Conspiracy?
I: Non credo abbia influenzato tanto il mio modo di suonare, ma fra le canzoni abbiamo inserito questi intermezzi ambient: sono intro e outro coi sintetizzatori e cose così. 
M: Non volevamo silenzio nel disco, non ci piace il silenzio. Abbiamo pensato: fanculo, niente silenzio, vogliamo il rumore anche fra ogni canzone. Ci sono suoni elettronici, digeridoo, hurdy gurdy. E' una cosa che lo rende ancora più moderno, questo elemento del rumore. Questo disco è un mix fra il nostro passato e il presente: è influenzato da lavori come Arise, ma anche da ciò che ascoltiamo ora e che sta succedendo alla musica adesso.


E il progetto elettronico in sé come sta andando?
I: Sta andando bene! E' una cosa che facciamo da 10 anni, ed è divertente perché ce ne prendiamo cura come di una cosa davvero importante: in questo modo siamo in grado di fare un sacco di cose senza sacrificarlo per fare soldi o show. E' più un progetto artistico che altro. 


Pensate di essere riusciti a mettere il Sud America sulla mappa mondiale del metal, in un certo senso? Ho dei parenti in Brasile che confermerebbero. E com'è adesso la scena brasiliana, come funziona?
I: C'è un sacco di buona musica adesso in Brasile, devo dire. Un sacco di belle band. Il Brasile è molto ricco di musica, lo è sempre stato. E' un paese molto potente in questo senso, e non è diverso da quando abbiamo iniziato. E' divertente perché anche noi siamo mezzi italiani, abbiamo il padre italiano: in Brasile c'è un sacco di influenza dall'Italia, soprattutto visto che dopo la seconda guerra mondiale un sacco di italiani si sono spostati in Brasile, quindi si capisce bene come mai fra italiani e brasiliani ci capiamo subito. 
M: Io credo di si, forse. Siamo stati un po' i pionieri: non c'erano grosse band metal in Brasile, siamo stati i primi a uscire dal paese e fare tour mondiali. Mi ricordo quando abbiamo girato l'Europa per la prima volta, e la gente veniva da noi e ci diceva: “ma siete bianchi! Siete uguali a noi! Identici!” (ride) Pensavano fossimo neri, o indigeni, o al massimo mulatti. Poi nostro padre è italiano, abbiamo radici italiane. In Sud America è davvero bello: tutti suonano qualcosa. Amo il Sud America: l'Argentina, il cile, Uruguay, Paraguay, sono grandi paesi dove suonare dal vivo. Il Nicaragua anche, in America Centrale. Il figlio del presidente è un fan, e abbiamo suonato li.


I parenti che ho in Brasile mi hanno detto una cosa: “da noi ci sono samba, percussioni...e poi ci sono i Sepultura”
M: Essere conosciuti così fa sentire bene! Siamo diventati un simbolo del paese, come Pelè (ride)! Credo che abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo lavorato duro per uscire dal paese e mostrare al mondo che il Brasile ha tanto da dare. Poi la vita va avanti, sono arrivati i Soulfly e i Cavalera Conspiracy. La vita ha questo strano copione che devi seguire, pieno di sorprese, cose belle e brutte. Il metal, la mia famiglia e i fan mi fanno andare avanti, ci sono un sacco di cose belle ancora da fare. 


Ultima domanda: non so se avete mai sentito parlare di un libro che si chiama Metallo Urlante, di Valerio Evangelisti: è una raccolta di racconti fantascientifici, e ogni capitolo ha il nome di una band; c'è Venom, Metallica...e poi c'è una storia che si chiama Sepultura. 
I: No, non ne avevo mai sentito parlare. Credo che lo andrò a cercare.
M: No, ma sembra interessante! Mi piacerebbe leggerlo.


Avete un consiglio per i ragazzini che stanno mettendo su una band adesso?
I: Credo che l'unico consiglio che mi possa sentire di dare sia essere sempre sinceri con se stessi. Le cose cambiamo davvero velocemente, sopratutto ora con internet: se sei sincero con te stesso la tua musica diventa arte, ed è più facile fare queste cose non per avere successo o essere famoso su internet. Devi fare le cose che ti piacciono, altrimenti come potranno gli altri apprezzarle?
M: Devi credere davvero in quello che fai e lottare per quello che fai. Devi fregartene di quello che pensa la gente di te, e di quello che fai, è un'attitudine che aiuta. C'è chi dirà cose brutte su di te, ma devi andare avanti comunque e usare quei commenti negativi come fossero benzina per la tua rabbia, la tua energia. Credo che tutto sia possibile, data la nostra storia: le chances che avevamo noi erano una su un milione, quindi devi sempre crederci e lavorare duro. Credere nel tuo lavoro e nella tua creatività. Tutti partono convinti, ma poi c'è sempre il rischio che si fermino e smettano, quindi c'è sempre bisogno di nuovi eroi. Prima o poi magari gli eroi diventeranno loro. 

cavalera conspiracy, interviste, napalm records

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