ZEMAN - NON ABBIAMO VINTO UN CAZZO

ZEMAN - NON ABBIAMO VINTO UN CAZZO

Pubblicato lo scorso Aprile per To Lose La Track, “Non abbiamo mai vinto un cazzo” è il nuovo lavoro degli ZEMAN. Registrato da Matteo Dainese aka Il Cane alla Cuccia Studio ad Udine, mix e master hanno la firma di Andrea Suriani, che ci ha lavorato presso Alpha Dept. Studio diBologna.
La band prende questo nome per prendersi il lusso di avere una visione della realtà tra lo sfrontato e il dogmatico, indipendentemente dai vantaggi e dagli svantaggi che ne possano derivare, senza calcoli o obiettivi di mercato: agendo come una ripartenza zemaniana.

Questo loro secondo disco sembra una liberazione, un prodotto indie molto fresco, che mescola testi legati al quasi mainstream disagio giovanile strumenti come il synth spigolosi e morbide armonie pop rock.
Ne rappresenta un lucido esempio già il cominciamento del disco, che avviene con brani come 'Insoddisfazione' e 'Devi solo farmi male, dai protagonisti delusi e insoddisfatti(appunto).
'Smettila di smettere' predilige invece la chitarra elettrica ma mantiene la linea poetica sui temi della gioventù perduta e sull'incapacità di divertirsi; a far da padrona su 'Ada' e su 'Le cose più strane' è la sezione ritmica, che scandisce il racconto prima di un personaggio femminile, adolescente, problematico e sognante e poi di un'altra ragazza, questa dalla posizione socialmente invidiabile, persa nel proprio lavoro. Scorre adagio 'La rivoluzione' e tornano dei synth in stile anni '80 su 'Breve storia di un concerto di merda', la narrazione di un concerto disastroso, perché oggi andare ai concerti a volte manca della tensione di un tempo, in quanto nessuno parla più di quello che viviamo tutti i giorni, di politica, che ormai viene relegata alla sfera del privato. 'Se niente importa' parla di una coscienza che ''ama dormire lunghi sonni'', traendo spunto ancora una volta dalla disillusione cui si trovano di fronte i ragazzi di oggi, un periodo in cui ''se niente importa non c'è nulla da salvare''. A chiudere è 'Non ci troveranno', un brano sulla fragilità delle storie d'amore e sul loro scomparire velocemente: è una storia brevissima quella che viene cantata, che nessuno ricorderà, se non i protagonisti, unici conservatori di questo momentaneo periodo di felicità.

La band dice di aver dato questo nome al disco per fare un riferimento alla principale critica che viene mossa a Zeman dai suoi detrattori: è una frase stretta che sottintende un modo tutto contemporaneo e semplicistico di vedere la realtà, per cui oggi o si vince o si perde e a nessuno interessa più il come, il percorso ed il motivo. Perché forse sono concetti troppo lenti: poco vendibili. Ed è così che gli Zeman passano dalla furia espressiva del primo album a qualcosa di più meditato e ragionato, ma non studiato, sempre con la voglia di divertirsi e di divertire, proponendo pezzi che pescano a piene mani dalla loro visione del post-punk e della new wave.
Un disco interessante, che per la band è un nuovo tassello e che rappresenta una loro piccola vittoria, nonostante il titolo.

non abbiamo vinto un cazzo, Recensione, to lose la track, zeman

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