Nightguide intervista Lorenzo Lombardi, frontman e autore dei Kaufman, alla scoperta della sua "Vita su Marte"

Nightguide intervista Lorenzo Lombardi, frontman e autore dei Kaufman, alla scoperta della sua "Vita su Marte"

I Kaufman sono Lorenzo Lombardi, Alessandro Micheli, Matteo Cozza, Simone Gelmini e prendono il nome da Andy Kaufman, comico surreale e stralunato a cui è dedicata la canzone "Man on the moon" dei REM e il film dal titolo omonimo. Dopo cambi di formazione, i Kaufman attuali esordiscono nel 2014 con l'album "Le tempeste che abbiamo" e nel corso del tour che fa seguito all'uscita del disco vengono premiati da Keepon come una delle cinque migliori rivelazioni live dell'anno. A maggio 2017 i Kaufman tornano con "Robert Smith", brano che inaugura il loro nuovo capitolo discografico e che parla dei Cure, di "Friday I'm In Love", di un amore nato a un concerto che può durare un giorno oppure una vita, ma che comunque è stupendo. L'ultimo album dei Kaufman, intitolato "Belmondo" e prodotto da Alessandro Raina e Luca Serpenti, è uscito a novembre 2017. Nel 2018 i Kaufman hanno firmato con Universal Music e pubblicano i singoli “L'età difficile” interpretato con Asia Ghergo e “Macchine Volanti”. Dal settembre 2018 entrano ufficialmente a far parte della squadra di BMP Booking.
"La vita su Marte", scritta da Lorenzo Lombardi e prodotta da Luca Serpenti, racconta l'amore che inizia, sempre inaspettato e improvviso. Quei sentimenti che si provano anche nell'ascoltare alcune canzoni d'amore. I richiami sono alla vita su Marte di David Bowie e alla poetica dei migliori brani di Luca Carboni, per cui Lombardi è anche autore.
Noi abbiamo incontrato Lorenzo tra una tappa e l'altra del tour e questo è il resoconto di quello che ci siamo detti.

Ciao Lorenzo. Piacere di conoscerti. Tu sei frontman e autore dei testi delle canzoni dei Kaufman. Parlaci un po di questa band che, con l'attuale formazione, è in giro da 4 anni se non vado errato.
Si si. Abbiamo fatto questo disco, “Belmondo”, prodotto Gianluca Serpenti e Alessandro Laina, e quando è uscito abbiamo firmato con l'etichetta INRI, per poi essere assorbiti in corso d'opera da Universal, e diciamo che li è un po' successo tutto, perché abbiamo iniziato a far sentire dei pezzi che sono piaciuti. Abbiamo iniziato a portarlo in giro per tutta Italia e ancora, dopo un anno, si può che non ci siamo ancora fermati se si esclude una pausa proprio minima a settembre. Abbiamo ripreso un attimo fiato dopo il tour estivo e abbiamo ricominciato subito ad ottobre e andremo avanti fino a gennaio.
A breve cominceranno ad uscire dei nuovi singoli che saranno anticipatori nel futuro disco.


Tu e i vari membri della band eravate amici di vecchia data o vi siete conosciuti di recente?
Io scrivevo da prima già con lo pseudonimo di Kaufman che uso da quando avevo 16 anni, perché ci sono molto legato ed è per questo che spesso molti confondono la longevità della band con quella dello pseudonimo.
In realtà nel corso degli anni in cui ho iniziato a suonare e comporre ho avuto periodi da solista e formazioni molto diverse. Ho avuto periodi in cui scrivevo in italiano, altri in cui scrivevo in inglese, altri in cui scrivevo punk, quindi roba che non ha niente a che vedere con quello che facciamo attualmente.
L'attuale formazione esiste dal 2014 è stata messa su con degli amici, il batterista e il chitarrista per la precisione, mentre il tastierista l'abbiamo conosciuto perché bazzicava nell'ambiente musicale bresciano (anche se lui è veronese) e da li è nata una famiglia con la quale giro tutto l'anno e frequento più della mia vera famiglia.


Quindi possiamo dire che “Kaufman” più che una band è un essere vivente un po' folle e folkloristico, come il comico statunitense a cui si ispira, che ha subito un'evoluzione ed è cresciuto nel corso degli anni.
Esatto esatto. È una passione che nasce da me (quella per il comico) e poi si è estesa un po' a tutti negli anni. Anche se devo dire che lui era molto più folle di quello che siamo noi. Noi siamo molto più “normali”.


Due mesi fa usciva “Vita su Marte” un brano ricco di citazioni e ricco d'amore. Anzi oserei dire che trasborda amore.
Si si. Diciamo che le canzoni che abbiamo scritto finora parlano praticamente sempre di quello. Parlano di rapporti di coppia in varie fasi e quindi di base sempre di amore.
Nello specifico concordo con te su quello che hai detto. Questa parla di un amore nella sua fase iniziale e più esplosiva.


Voglio farti una domanda da avvocato del diavolo partendo da un commento che ho letto su Youtube sotto al video. Perché rappresentare l'amore con due ragazze in intimo?
(ride)... ti dico subito che tra l'altro quello che ha scritto quel commento è un mio carissimo amico e lo fa apposta. Però ti posso dare due spiegazioni per questa scelta una un po' meno poetica dell'altra.
La prima quella poetica è che, anche se io cerco spesso di veicolare le mie idee, non scelgo io i video ma li sceglie la produzione. Quindi qualche volta ci si trova qualche volta no.
La seconda cosa che posso dire, quella poetica, è che l'idea di fondo non fosse quella dell'intimo ma dello scrivere sulla pelle il testo della canzone e per questo ovviamente serviva la pelle nuda. E' chiaro in un video così statico abbiamo cercato di dare movimento con queste due ragazze che si muovono e ballano. Inoltre non si voleva dare un'immagine classica di amore, ma semplicemente quella di un sentimento che sboccia.


“Vita su Marte” è il terzo singolo che esce quest'anno dopo “L'età difficile” e “Macchine Volanti”. E' una mia impressione o sia i video che i brani stanno seguendo un filo logico molto preciso incentrato su vari aspetti dell'amore?
In realtà li ho scritti in un determinato periodo e quindi anche inconsapevolmente c'è un filo conduttore che si ritrova anche nei video, dato che la produzione è sempre la stessa. Ad esempio l'attrice de “L'età difficile”, riappare nel video di “Vita su Marte”. Tracciamo diversi stadi di un rapporto.
“L'Età diccicile” parla della fine di un amore estivo, è legato a ricordi di episodi che ho vissuto, e sono cose che succedono a 16 anni, quando, non avendo mezzi e possibilità, la fine di un amore nato durante le vacanze estive coincide con il ritorno a scuola e l'impossibilità di ritrovarsi. Mi serviva per parlare della fine di un'epoca, di un passaggio generazionale e la fine di un certo modo di vedere le cose, quindi ha un elemento molto struggente.
“Macchine Volanti” cerca di fare ironia sul momento della separazione e della fine di un amore adulto.

Kaufman - La Vita Su Marte


Scusa la domanda personale, ma dato che i brani più vecchi parlano di separazioni e l'ultimo parla di un amore che sboccia, vuol dire che ti sei innamorato di nuovo?

(ride)... no no, forse sarà un po' deludente, ma non scrivo in ordine cronologico. Attingo ai miei ricordi e alle mie esperienze ma non come se fosse una cronaca. Piuttosto quando devo trovare l'ispirazione per un nuovo brano faccio un patchwork dei miei amori passati e cerco di ricreare quelle emozioni.


Quindi cos'è per te l'amore?
Posso rispondere con una citazione? Dato che a me piacciono tanto!


Vai!
Allora cito Saffo che diceva che l'amore è al contempo la cosa più dolce e più amara che esista. Personalmente penso che i greci con la letteratura classica hanno già detto tutto.


A breve quindi ci dobbiamo aspettare un album?
Si, questi singoli approderanno in un nuovo album, come ti dicevo, ma non c'è ancora una data o niente di programmato.


Tu sei un cantautore e scrivi sia per te che per altri artisti come Luca Carboni. Come ti approcci al testo in entrambi i casi?
In realtà io ho cominciato da poco questa mia attività di autore di brani per altri. È meno di un anno che ho firmato un vero contratto come autore, per cui in realtà, per il momento, ho scelto di scrivere come se lo facessi per me.
Nel caso di Luca Carboni, per me lui è uno degli artisti che più mi hanno influenzato da giovane, quindi scrivere per lui è stato come un parallelismo, conoscendo molto bene la sua opera passata e il suo modo di cantare. È chiaro che non lo sarà quando lo farò per altri artisti.


C'è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare in un featuring o come autore?
Nel primo caso tantissimi. Tutti quelli del filone indie che ho avuto modo di conoscere nel corso di questi anni mi piacerebbe davvero tanto collaborare con moltissimi di loro e soprattutto con quelli con cui è nato anche un rapporto di amicizia.
Come autore, ci pensavo proprio qualche giorno fa, dato che è uscito il suo nuovo album e quindi per il momento dovrò aspettare: mi piacerebbe davvero molto scrivere per Loredana Bertè.


In questi giorni è ri-partito anche il vostro tour. Come sta andando?
Molto bene devo dire. A noi piace molto il mood da falò che instauriamo durante le nostre esibizioni con i nostri fan che sanno tutti i nostri testi e si uniscono in coro con noi. Non credo che potrei abituarmi a un modo diverso di vivere la dimensione live. Il piccolo club a noi diverte molto.


Chiuderei la nostra intervista con due domande che mi piace ripetere a tutti gli artisti con cui ho il piacere di parlare.
La prima è cosa rappresenta per te la Musica in 3 parole?

Ne bastano anche due. Terapeutica e urgente. Per me da sempre la musica ha rappresentato l'urgenza di portare parte dei miei sentimenti e della mia vita nei miei testi e in questo esplica proprio la sua funzione terapeutica. Ti salva dalla vita reale.


Quali sono i 3 album che non potrebbero mai mancare nella tua collezione?
The Queen is Dead - The Smith: perchè per me loro sono l'inizio e la fine della musica come io la concepisco.
Luca Carboni - Luca Carboni.
Wish - The Cure: li ho visti tantissimi volte e questo disco in particolare perché ha quell'elemento pop che addolcisce la parte scura dei Cure e dentro ha dei brani ai quali sono legati tantissimi ricordi.
In generale ho citato questi 3 album perché questi artisti sono quelli che posso definire come i più influenti sulla mia scrittura.


Intervista a cura di Luigi Rizzo.
 

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