Nightguide intervista Camilla Giannelli, la grintosa voce dei Ros

Nightguide intervista Camilla Giannelli, la grintosa voce dei Ros

I ROS nascono dalla volontà di coniugare testi in italiano ad un genere fresco e di impronta internazionale, identificabile in un pop-rock moderno sul quale imprimono il loro personale marchio di fabbrica.
Il progetto prende vita agli inizi del 2015 a Montepulciano, in Toscana: un power trio rock formato dalla frontgirl Camilla Giannelli (22; voce, chitarra elettrica,), Lorenzo Peruzzi (23; batteria), Kevin Rossetti (21; basso elettrico).
A segnare la loro ascesa è, nel 2017, la partecipazione all'11esima edizione di X Factor Italia, dalla quale escono semifinalisti. Rilevante la stretta collaborazione con il loro mentore Manuel Agnelli, leader dello storico gruppo Afterhours, e Rodrigo D'Erasmo, violinista e producer, che procede anche fuori dal programma.
Lo scorso dicembre hanno partecipato a Sanremo Giovani e adesso hanno in cantieri molti progetti.
Noi di Nightguide abbiamo voluto incontrare la carismatica front-girl, Camilla Gianelli, che oltre ad avere una voce incredibile, si è imposta subito come icona di stile per molte teenager. Ecco cosa ci ha raccontato di questo anno passato sulle montagne russe.

NG. Camilla voce dei Ros, iniziamo parlando di quest'anno appena concluso.
Camilla Giannelli. Un anno molto importante per i Ros, perché è il primo anno dopo XFactor che è stata una rampa di lancio per noi, sono usciti 3 singoli che anticipano il disco: Selvaggia, Proiettile e incendio. Abbiamo fatto 35 date, tra cui grandi opening come Marilyn Manson, Bad Religion, Afterhours, A Perfect Circle e abbiamo concluso l'anno partecipando a Sanremo Giovani. Quindi è un bilancio molto positivo.

NG. Come stato partecipare a Sanremo Giovani?
CG. Come sempre ciò che ci emoziona di più è il concerto, il palco con il pubblico davanti, ma è stato ugualmente importante  e ci ha dato molta visibilità ad un anno da XFactor. È stato bello andare su RAI 1, per una cosa grande come quella di Sanremo, portando il nostro genere. È una esperienza da non sottovalutare.
Ci siamo messi in gioco, ma ci siamo anche divertiti, abbiamo detto mettiamo il distorsore e divertiamoci.

NG. Manuel dopo X Factor non vi ha abbandonato.
CG. Manuel ci ha dato un grandissimo aiuto, innanzitutto ci ha trovato la casa discografica e il booking, Vertigo che è lo stesso degli Afterhours. Questa è stata una carta importantissima, perché ci ha permesso di fare tanti concerti e poter uscire con i singoli.
E poi ci ha fatto aprire il concerto degli Afterhours per il ventennale, al Forum d'Assago, davanti a 15.000 persone e quindi si è fidato dimostrando di essere un uomo vero, continuando ad aiutarci anche dopo la fine di XFactor. È forse l'aneddoto più importante che ci ha fatto realizzare quante cose stessimo vivendo e realizzando. Passare dall'essere spettatore ad essere su quel palco è una bella botta di adrenalina che abbiamo sentito tutta, gambe che tremano incluse. Siamo molto contenti del rapporto che abbiamo instaurato. Siamo stati davvero fortunati.

NG. Come è stato vedere XFactor, quest'anno da veterani?
CG. E' stato divertente, perché ricordavamo quello che abbiamo fatto nel programma e sappiamo quanto c'è dietro ad ogni singola puntata. È stato particolare, perché avevamo vissuto ogni singola emozione e pensiero che i concorrenti stavano vivendo.

NG. Una critica che viene mossa spesso ad XFactor è di dare troppa e una immediata visibilità che può rischiare di rovinare l'approccio spontaneo dei partecipanti al proprio percorso, cosa ne pensi?
CG. Il problema non sono i talent, ma la consapevolezza di chi sei e cosa ti può dare il programma con cui ti approcci una volta che partecipi. Noi all'inizio siamo rimasti destabilizzati e impauriti, ma la voglia di tornare sul palco ad instaurare un legame vero con il pubblico ha superato queste paure e ci ha dato tutta la consapevolezza di cui avevamo bisogno per costruirci un percorso che fosse solo nostro, ovviamente sfruttando la visibilità del programma.
Inoltre, esser anche autori della nostra musica ci ha permesso di avere le idee chiare e non abbiamo dovuto aspettare che qualcuno bussasse alla nostra porta per crearci un vestito sonoro, stilistico, mediatico su misura.

NG. Ritornando all'oggi. Che cosa ci puoi dire su quest'album? Anticipazioni?
CG. Ovviamente l'album è in programma da un bel po', ma essendo il primo vero album dopo l' EP di XFactor, ci stiamo prendendo il tempo per lavorarci bene, per ottenere un risultato che possa rappresentarci in tutto e per tutto, con i suoni lavorati fino in fondo come ci ha insegnato anche Manuel, non una cosa a metà. Ci saranno brani scritti molto tempo fa, prima di XFactor che sono rimasti parcheggiati, e brani nuovi che stiamo scrivendo in questI mesi, perché siamo molto ispirati.
Sarà un viaggio dentro i Ros, dalle origini sino ad ora. Spero anche io che uscirà presto, probabilmente quest'anno, magari prima dell'estate per poterlo presentare al pubblico ai concerti estivi. Tuttavia non abbiamo una data certa.
Vogliamo raggiungere il successo creandoci un percorso nostro vero, brano dopo brano, album dopo album, concerto dopo concerto senza saltare passaggi per ricordare sempre chi siamo. Il concerto per il ventennale degli Afterhours ci ha insegnato proprio questo.

Incendio


NG. Stai trovando delle cose, testo o musica, diverse nell'approccio ai brani del nuovo album rispetto a prima dell'esperienza di XFactor?

CG. I brani nuovi che si andranno ad unire a quelli scritti in precedenza hanno un approccio molto underground, più vero, più cattivo, più crudo con una scrittura meno ironica, leggera e più profonda. L'approccio a cui prima o poi avremmo dovuto arrivare seguendo la nostra personalità.

NG. Come vivi il rapporto con i fan? Emulazione di stili e dell'immagine dei Ros.
CG. Io mi emoziono, perché stiamo cominciando a conquistare il nostro pubblico, vedere le persone che cantano le tue canzoni, che ti aspettano dopo il concerto per gli autografi. È un tipo di emozione che spero ci possa accompagnare per tutta  la nostra carriera. Il pubblico sta aumentando in fretta e questo ci riempie d'orgoglio.

NG. La tua vita di tutti i giorni è cambiata?
CG. È cambiata molto, perché quando la musica diventa un “lavoro” è un'altra cosa. E anche la visibilità, andare in giro nel quotidiano è più difficile perché sei seguita per gli autografi e foto, all'inizio era una cosa nuova e molto figa, ora è un po' alienante, ma ci convivo perché sappiamo che dobbiamo tanto ai fan e abbiamo con loro un approccio positivo.

NG. Te lo aspettavi questo successo come icona di stile per le ragazze della tua età?
CG. A me fa piacere che nonostante il nostro genere non sia molto di moda ora, siamo riusciti a conquistare il pubblico e vediamo persone cantare e imitare il nostro stile, che non è creato ad hoc, ma è esattamente quello che siamo e che eravamo prima della grande visibilità di XFactor. A dire la verità non me lo aspettavo, ma sostanzialmente rimanere a sé stessi sta pagando. I Ros sono un progetto a tutto tondo, l'immagine e la musica sul palco.

NG. Siccome puntate molto anche sull'immagine qual è il vostro approccio ai videoclip?
CG. Noi ci divertiamo da matti a girare videoclip, amiamo dare forza alla nostra musica con le immagini. Abbiamo iniziato con videoclip incentrati su di noi, perché ci dobbiamo far conoscere, ammetto di non essere bravissima nel playback, ma sto migliorando. In futuro non escludiamo di prediligere videoclip con una storia narrata e meno incentrata sul gruppo.

NG. Se ti proponessero un featuring con qualcuno chi sceglieresti?
CG. Sono in difficoltà, probabilmente andrei a scegliere tra i miei ascolti rock preferiti: Carmen Consoli, Eva Poles dei Prozac+ o Ferrari dei Verdena e se volessimo stravolgere il nostro genere un featuring rap con Caparezza.

NG. Se ti dovessero dare la possibilità di scegliere la location dei tuoi sogni?
CG. Sziget Festival, l'ho vissuto da spettatrice. Viverlo da artista sarebbe una bella emozione.

NG. Chiudo con le ultime due domande di rito. La prima: cos'è in questo momento per voi la musica in tre parole? Può essere una frase, o tre nomi, tre aggettivi..
CG. Energia, Emozione Fuoco. Arde ed è la colonna sonora della vita.

NG. Ultima domanda: i tre album che mai potrebbero mancare nella tua collezione e ricompreresti se venissero persi.
CG. A brucio così è difficile, direi Raige Against The Machine con l'album omonimo, i Foo Fighters Wasting light e Jack White The Lazaretto.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.
Copywriting a cura di Martina Caruso.
Foto copertina di Elisa Hassert.
 

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