Nightguide intervista Hugolini, con il suo Buonamore

Nightguide intervista Hugolini, con il suo Buonamore

La sua carriera da solista è iniziata due anni fa, con la pubblicazione dell'album omonimo Hugolini e una lunga serie di concerti in tutta Italia, anche come supporter del tour Magellano di Francesco Gabbani. Prima però c'è stata una band, i Martinicca Boison, per dieci lunghi anni, che lo ha portato a suonare in vari festival internazionali. Dopo di che Lorenzo Ugolini, questo il suo vero nome, ha continuato a dedicarsi alla sua doppia carriera da deejay e musicista, ascoltando e facendo ascoltare tanta musica di generi diversi e componendo canzoni di suo pugno. Nei mesi scorsi sono uscite due nuovi canzoni, "Delay" e "Buonamore", a cui presto ne seguiranno altre. Nell'attesa, abbiamo fatto una piccola chiacchierata. 
 
NG. Hugolini, perché hai voluto aggiungere una 'h' nel tuo nome d'arte?
 
L'ho aggiunto perché sono appassionato di Victor Hugo e di Houdini e per cercare disperatamente di regalare quel tocco internazionale al mio fiorentinissimo cognome, però non sono sicuro di esserci riuscito eh eh...
 
NG. Quanti anni sono passati dalla prima canzone che hai scritto e come è cambiato il tuo rapporto con la musica dall'inizio fino ad oggi?
 
Ho scritto la mia prima canzone a 12 anni per una ragazza che mi piaceva e da allora non mi sono più fermato. Quando si è giovanissimi le parole e le emozioni provengono davvero dal cuore.
Quando si cresce e la musica (oltre a rappresentare la tua passione) diventa il tuo lavoro, allora sopraggiungono molte variabili che interferiscono con la purezza degli input creativi sinceri.
 
NG. I musicisti di solito ironizzano sulla figura del deejay, soprattutto per l'utilizzo del verbo “suonare” associato ad una consolle. Tu invece sei un musicista/deejay, un'eccezione più che benvenuta. Come ti sei appassionato all'arte del deejaying?
 
Colleziono cd da quando ho 10 anni e adesso ne ho circa 1300 . Fin da piccolo ho sempre portato alle feste un po' di musica per ballare e la cosa mi faceva divertire da pazzi: questo divertimento non si è mai interrotto.
Adoro la musica in tutte le sue possibili sfumature e utilizzi: non mi è mai interessata la faida tra dj e musicisti ma adesso che mi ci fai pensare potrei organizzare un meeting di riappacificazione fra queste due litigiose gang!
 
NG. Hai pubblicato un album due anni fa e quest'anno hai deciso di uscire con una serie di singoli. Come mai questa scelta?
 
Da amante e collezionista di cd  costa molto ammettere che nel mercato discografico il supporto fisico è davvero in via di estinzione: la gente non possiede nemmeno più il lettore cd e l'unico luogo dove si possono ascoltare i compact disc è l'autoradio della macchina. Vanno mooolto meglio i vinili che adesso fa figo comprarli e poi ammetto che hanno un fascino antico indubitabile..
Per questa ragione è molto meglio uscire spesso con una canzone che pubblicarne 15 nello stesso album e poi attendere 2 o 3 anni prima di proporre qualcosa di nuovo.
Dico tutto questo a malincuore perché come ho già ammesso adoro ascoltare i dischi, leggerne i testi, intuire il filo conduttore che lega le canzoni..
 
NG. Saranno poi raccolti tutti in un secondo progetto discografico?
 
Sarebbe davvero bello ma per le ragioni di cui abbiamo appena parlato non saprei... Se tutti ricominciassero a comprare il lettore cd come hanno fatto con il giradischi, allora un cd intero lo pubblicherei senza dubbio!
 
NG. Suppongo che la storia di cui canti in “Delay” sia stata vissuta in prima persona. È così? Quando l'hai scritta?
 
Delay è stata scritta recentemente, in un momento nel quale non c'è stato, nella mia vita, nessun addio. Conoscendo però bene la sensazione che si prova quando si vive un allontanamento e adorando poeticamente la malinconia che ne deriva, ho inventato le parole di Delay e le ho incastrate in un contesto assolutamente metropolitano.
 
NG. Se sì, niente più storie d'amore a distanza?
 
In realtà non si parla di un amore a distanza, ma di un amore a due velocità, per questo faccio ironicamente riferimento al fatto che ... non vedo come possa funzionare una relazione tra un Espresso e una Frecciarossa!
 
NG. Come vi siete conosciuti con Dre Love?
 
Ascoltavo Dre Love con Neffa e I Messaggeri della Dopa: l'ho finita la traccia in cui cantava Puoi sentire il Funk! Dopo un po' di tempo ci siamo conosciuti a Firenze e adesso, che bellezza, cantiamo un pezzo insieme!
 
NG. “Buonamore”, invece, come è nata?
 
Buonamore nasce dalla voglia di non farsi abbattere dalla tristezza, dalla voglia di cantare a squarciagola e ballare: perché la musica serve anche a questo, ovvero ad esorcizzare le nostre paure e trasformarle in energia.
 
NG. Riuscire a emergere per un cantautore è difficile. C'è mai stato un momento in cui hai pensato di cambiare mestiere, stile di vita o città? Se sì, qual era il tuo piano B?
 
Se non facessi il musicista mi piacerebbe lavorare in una edicola perché adoro leggere i quotidiani e fare le comparazioni tra gli editoriali delle diverse testate giornalistiche. Mi piacerebbe osservare le facce dei clienti che preferiscono un giornale all' altro.
 
NG. Per finire, quali artisti italiani ascolti e apprezzi in questo momento?
 
Mi piacciono Willie Peyote per le parole e Cosmo per il suo ritmo estremamente contemporaneo. Mi mancano gli Jang Senato e Il Pan del Diavolo!
 

hugolini, intervista

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