Nightguide intervista gli Impermeabili, due musicisti-attori che non ci sono per nessuno

Nightguide intervista gli Impermeabili, due musicisti-attori che non ci sono per nessuno

Beppe Salmetti e Simone Tangolo sono due attori, diplomati in recitazione all’Accademia dei Filodrammatici e al Piccolo Teatro di Milano. Colleghi e amici di lungo corso, nel 2015 hanno deciso di creare un nuovo progetto artistico, gli Impermeabili, con cui tra le altre cose hanno rivisitato in chiave di cabaret musicale, con musiche e testi originali, lo spettacolo teatrale “Romeo e Giulietta – L’ amore fa schifo ma la morte di più”. Dopo essersi esibiti tra live club e teatri d’Italia, hanno finalmente esordito in full band (accompagnati da Valerio Daniele alle Chitarre Elettriche, Giuseppe Spedicato al Basso Elettrico e Basso Acustico, e Vito De Lorenzi a Batteria e Percussioni) pubblicando l’album “Non ci siamo per nessuno”, di cui ci hanno parlato in questa breve intervista.


NG. Di solito definirsi “impermeabili” non è un bene, ma dalle vostre canzoni non si direbbe proprio che lo siate. Perché avete deciso di farvi riconoscere così? 


"Ma come piove bene sugli impermeabili... e non sull'anima..." dice Paolo Conte. Siamo partiti da questa bellissima canzone per darci un nome e un volto. Nell'accezione comune l'impermeabile, per sua natura, si fà scivolare tutto addosso. Noi crediamo, invece, a quelli di Paolo Conte che fanno scivolare le brutture e fanno filtrare o proteggono tutto il buono che ancora c'è. Le cose cattive e le cose buone oggi sono mischiate ancora più di ieri, per questo bisogna essere più attenti a non confonderle e a sapersi proteggere. Magari con impermeabili specifici.


NG. Come vi siete conosciuti? 


Recitando sugli stessi palchi. Ci siamo diplomati in recitazione in due accademie differenti e poi, scambiandoci battute teatrali in più spettacoli, abbiamo detto: perché non scambiarci anche battute musicali? 


La musica ci ha uniti. Forse è il collante universale più forte proprio perché nasce dall'umano.


NG. A che età avete iniziato a suonare e ad approcciarvi alla musica dal punto di vista di chi la crea e non la ascolta soltanto? 


Io (Simone) suonavo in gruppi rock la chitarra elettrica nei bar di periferia e io (Beppe) cantavo e facevo il vocalist nelle discoteche di periferia. Sotto la doccia entrambi cantavamo usando il telefono (della doccia) come microfono dapprima canzoni di altri, poi hanno iniziato ad uscirci di bocca parole e melodie nostre.


Ci siamo guardati (dalle rispettive docce) e abbiamo detto: le registriamo? 


NG. Qual è l’artista che vi ha ispirato di più?


La lista è lunga e forse conviene fare un esperimento per non renderla noiosa...Ah! Se si potesse avere la follia di Jannacci, la spensieratezza di Paolo Conte, la potenza di Loredana Berté di “sei Bellissima” e la spietatezza di “Dedicato”, l’ironia di Gaber, la fragilità di Mia Martini, la poesia di Faber, il ritmo di Harry Belafonte, la dolcezza di Mozart, il tocco di palla di Roberto Baggio e la delicatezza di Caetano Veloso.


NG. E quando avete pensato di unire il teatro alla musica?


"La musica è il cibo dell'anima", diceva Shakespeare, uomo teatrale per antonomasia.
Due bottiglie di Chianti hanno fatto il resto.


NG. Domanda esistenziale: secondo voi è nata prima la musica o la recitazione? 


Risposta esistenziale: secondo "noi" chi?


NG. Non ci siete proprio per nessuno? 


Se pensi che prima non c'eravamo e dopo non ci saremo non ti sembra legittimo affermare che, comunque, non ci siamo?


Oppure è solo un messaggio della nostra segreteria telefonica... 


NG. Come scrivete i testi?


Penna, quaderno, chitarra, quaderno, penna, chitarra in ordine sparso, spesso molto ma molto sparso.


NG. Leggo che il vostro disco si divide in tre atti: amore, morte e fraintendimento. Mi spiegate meglio questa suddivisione?


In teatro ci piace molto partire da grandi temi per poi provare ad approfondirli, toccarli in profondità, distruggerli. La suddivisione è dovuta allo spettacolo che facciamo durante il concerto, si parte dalla morte, un classico modo per divertirci a inizio serata, passando all'amore, che unisce e divide, fino ad arrivare al fraintendimento su entrambi i temi, perché è molto difficile se non impossibile riuscire a capirci qualcosa davvero di entrambi. 


NG. Chi è Sergio? 


L’amico che hanno tutti, che parla tanto per parlare, che apre bocca in continuazione e spesso lo vorremmo zitto, ma quando poi zitto ci sta come nel finale, Sergio un po’ ci manca.


NG. Quale di queste è la canzone a cui siete più legati? 


Questo non si può dire... è come chiedere a quale figlio vuoi più bene... non si fa, dai. Possiamo però dirvi che ogni canzone per noi, privatamente, ha un altro titolo. Le nostre scalette sono diverse dal disco.


NG. Se poteste andare a cena con uno dei vostri idoli, chi scegliereste e perché?


Preferiamo ascoltarli forse, perché a cena si sa si finisce per dire cose banali, nella musica spesso non accade, almeno ai nostri idoli.



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