Nightguide intervista i Lamb

Nightguide intervista i Lamb

La prossima settimana arriveranno in Italia per 3 attesissime date al Circolo Magnolia di Segrate (8-11), al Locomotiv Club di Bologna (9-11) e all'Auditorium Parco della Musica di Roma (10-11). Loro sono il produttore Andy Barlow e la cantante Lou Rhodes. Stiamo parlando dei Lamb, storico duo musicale di Manchester. È il tour dei 21 anni dall'album di debutto e noi li abbiamo incontrati in anteprima per farci raccontare cosa hanno in serbo per i loro fan italiani.

 
NG. Lou, Andy è davvero un grande piacere e un onore per me avere la possibilità di scambiare Quattro chiacchere con voi, in quanto sono principalmente un vostro grande fan
LA. Hey Luigi! È un piacere anche per noi essere qui.

 
NG. Il vostro tour per celebrare i 21 dall'uscita del vostro album di debutto è giunto ormai oltre la metà. Come sta andando?
LA. Il tour sta andando meravigliosamente. Possiamo dire, anzi, che sta andando meglio di quanto ci potessimo immaginare. Essendo passati 21 anni dal nostro esordio volevamo celebrare questa ricorrenza in un modo speciale. Quindi la nostra idea è stata quella di suonare 2 set: il primo composto da tutti i pezzi dell'album nell'ordine originale e il secondo che consiste in una selezione dei nostri pezzi preferiti di tutto il nostro repertorio.
L'idea sulla carta ci è sembrata bellissima, ma non eravamo sicuri che suonare l'intero album più una selezione di alcuni brani mai proposti dal vivo, avrebbe funzionato o meno. Dopo una manciata di date fatte nel Regno Unito e in Nord Europa, però, siamo rimasti contentissimi di come veniva fuori lo show e delle reazioni dei fan. È stato come portare il tutto ad un livello più alto tutti insieme.

“Gorecki”


NG. 21 anni di carriera come band e tantissimi successi come solisti, questo è davvero un ottimo risultato. Come avete visto cambiare il mondo dell'industria musicale in questi anni?

LA. Bhè, 21 anni sono davvero un periodo bello lungo, vero? Tutto è cambiato davvero tantissimo in questi anni, e per la maggiora parte il cambiamento è dovuto all'avvento di internet. Quando abbiamo cominciato là fuori non c'erano tutti questi mezzi che ci sono oggi. Allora se volevi produrre della musica avevi bisogno di un'etichetta e di supporti fisici quali che fossero - vinili, cassette o cd. Non esisteva che tu potevi ascoltare la musica online e se volevi scoprire qualcosa di nuovo l'unico modo era passare ore nei negozi ad ascoltare le novità, oppure alle stazioni radio. Oggigiorno tu puoi mixare la musica sul tuo computer e metterla online subito dopo su Soundcloud oppure ascoltarla a tuo piacimento su Spotify.

“Gabriel”


NG. Abbiamo detto che questo tour è una sorta si celebrazione del percorso che vi ha condotto fin qui. Il vostro album d'esordio vi catapultò nel cielo delle grandi stelle della musica e brani come Gorecki, prima, e Gabriel, poi, hanno segnato la storia della musica moderna e l'animo di molte generazioni. Eravate coscienti di quello che stavate facendo?
LA. Per quell che mi riguarda le canzoni migliori sono quelle che non ho ancora fatto. È come se questi brani arrivassero attraverso te e non da te. L'idea di base per i due brani che hai citato (sia per le parole che per la melodia) mi arrivò proprio in questo modo. La produzione di entrambi fu molto di più che complicata (come un parto difficile) ma noi sapevamo che i brani di base erano già li e avevano già una loro forza. Nonostante tutto è sempre emozionante e di grande ispirazione sentire dalla gente in tutto il mondo quanto queste due canzoni abbiano avuto un forte impatto sulle loro vite.

 
NG. Voi venite molto spesso in Italia. Come vi trovate con il nostro pubblico?
LA. Il pubblico italiano è meraviglioso. Amiamo esibirci nel vostro Paese perché siete così caldi e partecipativi. Poi la mia partner è italiana quindi ci passo relativamente molto tempo, anche se non è mai abbastanza.

 
NG. Nella vostra carriera, come abbiamo detto, avete ottenuto numerosissimi traguardi. Avete anche qualche rimpianto?
LA. I rimpianti sono piuttosto inutili, a mio avviso. Nella vita non si può fare altro che andare avanti. Certo ci sono stati alti e bassi, come è naturale, ma in generale il nostro percorso è stato sempre un crescendo.

 
NG. Tra gli artisti recenti c'è qualcuno che vi ha impressionato?
LA. Di sicuro adoro Aldous Harding. L'ho ascoltata per caso nella recente edizione del Green Man Festival e l'ho trovata semplicemente travolgente. Ha una voce impressionante e una presenza scenica unica. Amo molto anche King Krule, Kaytranada, M. Craft, Kruangbin, Julie Byrne, Julianna Barwick, oh ... e mio figlio più grande Reuben. Ha un progetto chiamato Joseph Efi che è davvero fico (sono stati il nostro gruppo spalla in alcune date nel Regno Unito).

 
NG. E c'è qualcuno con cui vi piacerebbe collaborare?
LA. Sufjan Stevens è sicuramente in cima alla lista. Poi ci sono anche Ry-X, Jon Hopkins, Nils Frahm.

 
NG. Cos'è per voi la musica in 3 parole e perché?
LA. Vita. Amore. Respiro. È tutto.

 
NG. Cosa c'è ora nel vostro futuro?
LA. Al momento questo tour sta andando così bene che abbiamo deciso di continuare andando avanti e portarlo in tutto il mondo. Il pubblico lo sta accogliendo stupendamente ovunque siamo stati e sarebbe davvero stupido non continuare a celebrare questa grande cosa in più Paesi possibile.
Abbiamo alcune nuove canzoni in cantiere e speriamo di averne molte di più da scrivere molto presto, magari mentre siamo in tour. Quasi sicuramente quindi ci dovrebbero essere un nuovo album per la fine del prossimo anno.

 
NG. Ultima domanda. Quali sono i 3 album che non potrebbero mai mancare nella vostra collezione?
LA. Sufjan Stevens: Seven Swans
Joni Mitchell: Blue
Brian Eno: Music For Airports

Intervista a cura di Luigi Rizzo.

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