Nightguide intervista Suvari

Nightguide intervista Suvari


Suvari è il progetto solista di Luca De Santis, ex cantante dei LAGS, e nasce come esigenza fisica ed espressiva: colpito da una rara forma di neuropatia motoria nel 2015, Luca è stato costretto a una lunga degenza ospedaliera seguita da riabilitazione casalinga: la musica in quel periodo è stata il principale passatempo e la migliore forma espressiva e, data l'impossibilità di suonare qualsiasi strumento, l'unico modo per raggiungere l'obiettivo è stato il computer. “Prove per un incendio” è il primo lavoro di Suvari, e noi ne abbiamo parlato con lui.





Suvari è il tuo progetto solista, ed è nato da un tuo problema di salute decisamente serio. Prima di tutto volevo solo dirti che ammiro la tua reazione, in tanti avrebbero spento tutto e ciao, invece tu hai tirato fuori un disco. Quanto ti ha aiutato la musica in quel periodo?
Intanto grazie per le belle parole. La musica è stata tutto in quel periodo: passatempo, divertimento, terapia, fisioterapia. Ed è ancora tutto questo. 
La cosa più difficile è stato dover rientrare da Londra, dove lavoravo e vivevo in quel periodo, in un luogo che non mi apparteneva più, che avevo lasciato da troppo tempo, ovvero la provincia toscana dove sono nato e dove ho vissuto fino ai 18anni. 
La malattia mi aveva costretto all'immobilità ed è difficile passare il tempo quando devi stare a letto e fai fatica a fare ogni cosa. Però in quei momenti è fondamentale concentrare le proprie energie nel capire dove stanno le opportunità. Non si deve vedere un muro, una fine o un limite, ma una nuova strada, un nuovo percorso.
Io ho sempre suonato la chitarra e il basso e in quel momento ho trovato nel computer l'opportunità di diventare un'intera band. Come mi ha sempre insegnato la musica punk “non importa come lo suoni, fallo e basta”!


C'è qualche collegamento fra Suvari e Tv Glue, il tuo progetto prima di questo?
Si, direi che il filo conduttore sono sempre io che compongo canzoni davanti ad un computer. Però TV Glue era un progetto fatto per divertirmi a scrivere canzoni punk dove suonavo sia il basso che la chitarra, Suvari oltre alla storia che si porta dietro ha anche un approccio musicale diverso, più ispirato alla musica inglese degli anni 80. 


Ascoltare la tua musica mi ha fatto tornare a Berlino negli anni '90, quando il muro era appena caduto e si inventata un sacco di roba nuova, ma cos'è che ti ha influenzato, cos'è che ti piace ascoltare e poi magari finisce nella tua musica?
L'accostamento che proponi mi piace davvero tanto. Che sia la Manchester degli '80 o la Berlino dei '90 il sound parte da quello, delle basi ritmiche che danno la forza di tutto il brano, batterie campionate e basso scuro con i synth che creano le atmosfere. Questo era l'obiettivo: usare quell'approccio sonoro per poi rinnovarlo con un cantato italiano e melodico. 
Comunque le mie influenze sono sia lì che nel punk degli anni '90 col quale sono cresciuto e che continuo ad ascoltare con la stessa voglia di prima. Forse sono un nostalgico musicale! 


Domanda cretina: ma Suvari c'entra qualcosa con l'attrice Mena Suvari? Fine della domanda cretina.
Risposta cretina: no, sono discendente da una nobile famiglia iraniana il mio nome è Luca Suvari e porto avanti la dinastia.
Riposta vera (e poco avvincente): Si, ma involontariamente. Troppa confusione mentale nello scegliere un nome, alla fine ho fatto il gioco di aprire l'enciclopedia del cinema e scegliere il primo nome che usciva. Alla fine mi è piaciuto perché è breve, si scrive come si pronuncia e ricorda appunto un nome proprio di persona, perfetto per un progetto solista.


Il tuo nuovo disco, Prove per un incendio, è appena uscito: puoi raccontarci qualcosa sul disco e su come è nato?
Come già detto prima nasce da un'esigenza sia fisica che espressiva. Dovevo e volevo dare sfogo a troppe emozioni forti. Inizialmente avevo tantissime demo che stavo facendo senza scopi reali se non per passare il tempo, alla fine mi son convinto a far diventare un disco i 9 brani che mi piacevano di più. Non è stato facile trovare i coraggio di far superare la soglia di camera a delle canzoni così intime. 


Hai già suonato un po' in giro con questo progetto: come sta andando, e hai già visto come vengono accolti i nuovi pezzi dalle persone?
Direi bene. Credo sia evidente che mi diverto in quello che faccio ed è bello anche trovarsi sul palco con delle persone che prima di tutto sono miei amici. Dal vivo le canzoni tirano fuori il ritmo che ti fa venire voglia di muoverti. 
Mi piacerebbe però rivolgere questa domanda a chi viene ai concerti e, ovviamente, invitare tutti alla prima occasione utile!


Domanda che tutti odiano: puoi dirmi i tuoi tre dischi preferiti in assoluto?
Ahah. Domanda critica. Son tanti i dischi del cuore. Però tra questi quelli che non mi stanco mai di ascoltare sono:
Rancid - life won't wait
Jamie T - Kings and queens
The Smiths - the queen is dead


Hai qualche consiglio per chi inizia a fare musica adesso?
Per chiunque avesse voglia di fare musica direi che è fondamentale divertirsi in ciò che si fa e scrivere canzoni che prima di tutto piacciono a noi stessi, altrimenti diventa un percorso frustrante e addirittura inutile. 

interviste, sfera cubica, suvari

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