Nightguide intervista i Nuju

Nightguide intervista i Nuju


Nati nel 2009, i Nuju hanno fatto del combat folk la loro bandiera. Negli anni hanno collezionato premi e collaborazioni, fra cui la miglior canzone indipendente italiana secondo il MEI. Il loro ultimo album  si chiama Storie vere di una nave fantasma, e ci siamo fatti raccontare un po' di cose dalla band.





Potete dirci qualcosa sul nuovo album, Storie vere di una nave fantasma, e come mai avete scelto come primi singoli “Denaro” e “una faccia una razza”?
Il nuovo album dei Nuju è un concept, come al solito le canzoni sono state scritte in un preciso momento storico e culturale della nostra società, cercando di descriverla nel modo più lucido possibile. Sono dodici storie vere di una nave fantasma in cui raccontiamo di luoghi personaggi ed emozioni senza tempo, ma sempre attuali. 
La scelta dei singoli è sempre un dilemma, perché si cerca di investire su un brano che possa essere immediato e allo stesso tempo faccia trapelare qualcosa che descriva l'intero album. 
“Denaro”, il primo singolo ha l'ambizione di ricordare l'eterno dualismo tra l'essere e l'avere, la lotta tra il bene e il male, raccontato attraverso un video clip in cui i Nuju sono angeli e diavoli allo stesso tempo. Quanto costa la vita e quanto valiamo noi?
“Una faccia una razza”, invece è un brano più legato alla world music, sono presenti strumenti della tradizione e il testo è in greco, italiano e inglese. Nasce dall'idea di voler mettere in musica il proverbio greco diventato famoso con il film “Mediterraneo”, e che ricorda come certi lineamenti mediterranei siano tratti che ci accomunano. Oggi più che mai bisogna ricordarsi che in questo grande mare siamo tutti fratelli.


Avete suonato in giro per tutta Italia, avete suonato in giro per l'Europa (e avete anche aperto per Manu Chao): come sono i Nuju dal vivo, e vi piace la vita da tour?
I Nuju sono soprattutto una live band, ci piace portare in giro i nostri spettacoli e le nostre canzoni. L'attività live per una band come la nostra è di vitale importanza, girare lo stivale in lungo e in largo per far conoscere la nostra musica è il motore della nostra esistenza artistica. Il nostro spettacolo è molto animato fatto di trasformismi e momenti circensi che danno forza alla narrazione delle nostre canzoni. Inoltre il furgone diventa un luogo magico, dove condividiamo pensieri che spesso diventano canzoni. Ogni tanto poi abbiamo la fortuna di condividere il palco con grandi artisti, da Manu Chao agli Apres la Classe, da Ligabue ai Modena City Ramblers.


E, visto che siete già in tour, come sta andando?
Il nostro tour è partito il 17 marzo dall'Irlanda in festa di Bologna e ci vede impegnati per i weekend successivi fino ad arrivare al 25 aprile e al 1 maggio, che sono date sensibili per una band impegnata come la nostra. 
Poi faremo anche un piccolo tour anche in Germania a maggio e a giugno saremo in Ungheria. Inoltre speriamo sempre di passare dalle coste nostrane quest'estate, così tra un soundcheck e un altro riusciamo a fare un bagno al mare. 


Scrivete pezzi che hanno parecchio a che fare con l'attualità: visto che ultimamente sta succedendo un gran casino, cos'è che vi colpisce di più e che vi fa venire voglia di prendere la penna?
Abbiamo la fortuna di lavorare nel sociale e, quindi, in quanto cittadini attivi è inevitabile raccontare di attualità nelle nostre canzoni. La denuncia sociale è sempre stata una nostra cifra stilistica e riuscire ad avanzare una riflessione su temi importanti è la nostra missione.
Sicuramente la guerra in Siria e l'”olocausto” che sta avvenendo nel Mediterraneo sono tra le cose che ci colpiscono di più, ma non possiamo dimenticare il nostro paese, sempre più in balia di populismi esasperati e logiche da social network. 
Riuscire a raccontare tutto ciò con ironia e tragicomicità è ciò che ci rende un po' pagliacci e un po' pirati.


Siete un mix di combat rock, folk, Balcani e Mediterraneo: da dove arrivano tutte queste influenze, cos'è che vi piace ascoltare?
Gli ascolti dei Nuju sono molto assortiti, abbiamo gusti musicali differenti, che spaziano dal grunge al reggae, dalla musica d'autore all'hip-hop. Ci accomuna una certa grinta mediterranea che viene dalla pancia, dagli istinti primordiali di ognuno di noi. Questa differenza di gusti e di attitudine musicale ha determinato la nostra cifra stilistica, il nostro sound che tocca diverse sfumature, ma trova il comune denominatore nell'essere combattivi alle volte introspettivi altre volte d'assalto.
La diversità dei nostri gusti è il valore aggiunto nella musica dei Nuju.


Fare musica spesso è un modo di comunicare: cos'è che vi ha spinto a fare musica insieme?
Come hai ben detto il primo motivo per cui ci si avvicina alla musica è sicuramente quello di voler trasmettere qualcosa attraverso questo canale espressivo. La musica va oltre le parole. Ogni componente della band ha la sua storia, ma ci accomuna il fatto di aver iniziato da adolescenti nei garage del proprio paesino, suonando in svariate formazioni prima di approdare ai Nuju. 
Infatti, nel 2009, eravamo  già grandicelli quando sono nati i Nuju, ma il bisogno artistico di raccontare storie attraverso le canzoni era indomabile. Così pubblicammo tre dischi in tre anni, che per noi sono stati un unico album che raccontava il nostro modo di vedere il mondo dai 20 ai 30 anni. 
Inoltre siamo amanti dell'attività live della musica, i km in furgone, i palchi, le piazze, il pubblico, una vita on the road. ...una seconda vita, visto che facciamo tutti un altro lavoro per vivere. Ma alla musica e ai Nuju non rinunciamo!


Domanda che odiano tutti: sapreste indicarmi i vostri tre album preferiti in assoluto, quelli che non possono mancare nella vostra collezione?
È difficile dirlo, perché siamo tante teste e quindi non è una risposta universale o definitiva, perché magari se ce lo chiedi domani cambia tutto. Comunque ci proviamo:
Rino Gaetano “Mio fratello è figlio unico”
Beatles “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band”
Fabrizio De Andrè “Creuza de ma”


Avete qualche consiglio per chi mette su una band adesso?
Mettere su una band è sempre una cosa meravigliosa. Si condivide la passione per la musica, nascono amicizie significative ed è un modo intelligente sano e creativo per stare lontano dalla strada. ...anche se poi si è sempre “on the road”. In ogni caso per noi l'unico consiglio è quello di non seguire le mode e cercare sempre la verità rimanendo se stessi.

interviste, nuju, sfera cubica

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