NIGHTGUIDE INTERVISTA GLI SHANTI POWA

NIGHTGUIDE INTERVISTA GLI SHANTI POWA

Shanti Powa Orchestra è un complesso musicale del nord Italia di 12 persone, fondato nel 2010. Con 10 strumenti e 2 cantanti producono un potente misto di Reggae, Rap, Ska, Dancehall, Funk, Punk, Rock e World Music. Grazie alle diverse origini e storie personali dei membri, i testi delle canzoni sono scritti in inglese, italiano, tedesco, dialetto alto atesino e francese.
 
Sul palco sono carichi di energia, e questo combinato con la loro musica innovativa crea un atmosfera unica coinvolgendo il pubblico. Durante la loro carriera Shanti Powa Orchestra hanno già ́ suonato a centinaia di eventi in tutta europa, dal UK alla Spania dividendo il palco con artisti come Max Romeo, The Gladiators, Israel Vibrations, Dub FX, Julian Marley, Africa Unite, Luciano, Inner Circle & tanti altri.
 
Nel Settembre 2014 pubblicano indipendentemente il loro primo album, "The Orchestra", coinvolgendo in totale 16 musicisti. L ́ album contiene 11 canzoni originali. Febbraio 2016 hanno pubblicato il secondo album, intitolato “Peaceful Warriors”. Come il primo, finanziato, prodotto e pubblicato da loro stessi come “Shanti Powa Records”.
La band suonerà in Italia il 2 giugno alle 22.30 al Festival Oltreconomia a Trento.
Ci siamo fatti due chiacchiere con Alice Yeoue (classe 1991): di padre della Costa D'Avorio e madre Emiliana. Cantava in un gruppo Punk chiamato Sick Power. Si è incontrata con Bertrand a Londra e ha scelto di raggiungere la crew in Alto Adige nel 2012 per cantare con loro. Fa la babysitter e cucina molto bene: ama giocare con i bambini e dare spazio alla creatività. Infatti, è anche un'artista: dipinge con lo pseudonimo Yme.


Ciao, com'è nata la vostra Shanti Powa Orchestra? 
La band è nata spontaneamente in Trentino. Avevamo voglia di fare musica e l'abbiamo fatto: è come se un'energia extra-terrena intergalattica (parlo di alieni!!), ci avesse catturati e teletrasportati in questa galassia, unendo i nostri mondi. 
 
Che tipo di atmosfera si respira in una band di 12 persone? 
Dipende in che tipo di ambiente: per strada, nelle piazze, sui palchi all'aperto va tutto benissimo. Mentre, quando ci troviamo in ambienti chiusi con poco ossigeno, come lo studio di registrazione o il club, è ovviamente difficile respirare in 12... ma ognuno rispetta lo spazio dell'altro, senza rubargli l'aria!!
 
Scrivete i vostri pezzi in inglese, italiano, tedesco, dialetto alto atesino e francese. Ma come nascono?
La nascita di una canzone è un momento inaspettato. Essendo noi mammiferi, il periodo di preparazione, di “gestazione”, è abbastanza lungo. Di solito ci vogliono quasi 9 mesi, ma poi..ecco il miracolo, tra pianti di dolore e di gioia tra le pareti dello studio... nasce il pezzo.



Per chi non ha mai assistito ai vostri live, come descriveresti i vostri concerti? 
Come quando un iceberg si scontra con la costa africana! Certo, è bello rinfrescarsi un po' lì dove il clima è torrido, ma bisogna tener conto che gli animali del posto non sono abituati, quindi saranno da prima scioccati e poi capiranno che alla fine un po' di fresh ogni tanto fa bene... ti risveglia!
 
Avete suonato in tutta Europa: quali esperienze vorreste ripetere? 
Quella volta quando abbiamo suonato in questo piccolo villaggio su un'isola vulcanica del pacifico. La popolazione locale, pur non parlando una parola di qualsiasi altra lingua conosciuta, ci capivamo benissimo; senonché, quasi alla fine del concerto, dal palco li abbiamo visti pietrificarsi e da un momento all'altro cominciare ad urlare parole incomprensibili e fuggire in fretta sulle loro zattere... noi non capivamo, fino a che non abbiamo sentito un forte odore di zolfo, ci siamo girati e alle nostre spalle un rosso fiumicello di lava scendeva lungo il vulcano che si era riattivato per colpa della nostra "vibe" troppo potente... ma mantenemmo la calma, e grazie a uno Pterodattilo addomesticato, che sollevò il palco e ci trasportò su un isola vicina, ci salvammo e potemmo finire il concerto. Questa esperienza la ripeteremmo di sicuro, perché nessuno di noi aveva mai visto uno Pterodattilo prima di quel giorno! ;-)
 
E l'artista con cui vi siete divertiti di più?  
Senza ombra di dubbio con Nino Ferrer. Era il 1993 e ci trovavamo in Francia. Lui è un cantante e antropologo italo-francese. Si è subito affezionato molto a noi. Era un po' di tempo che non parlava italiano e così si è sbizzarrito a fare battute e scherzi a non finire! Splendida persona. Quell'anno pubblicò l'album "la Désabusion”. Se si ascolta bene l'omonimo brano, si sente benissimo che parla anche di noi...
 
Chi sono gli artisti per voi punti di riferimento? 
Solo 3: Pino Daniele, Beastie Boys e i Wu-Tang Clan
 
Parlateci dei vostri prossimi progetti come Orchestra.
Sono Top Secret, preferiremmo non diffonderli... possiamo solo darvi qualche indizio: pan di stelle, colla vinilica e la via Emilia...

intervista, shanti powa

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