LUCIO LEONI - “IL LUPO CATTIVO”

LUCIO LEONI - “IL LUPO CATTIVO”

Con le dieci tracce de 'IL LUPO CATTIVO', pubblicato da Lapidarie Incisioni/iCompany e con distribuzione Sony, torna il 10 novembre 2017 il mitico cantautore romano Lucio Leoni.
Si tratta del terzo album per uno dei pochi artisti, in Italia, capaci portare in canzone i monologhi viscerali tipici del teatro interiore, strutture rap e impeti punk, pur mantenendo un forte legame con la tradizione cantautorale italiana.
E sembra che rispetto al precedente Lorem Ipsum (2015), oggi Leoni sia stato travolto e cambiato da un'ondata di amore, tema che ispira quasi tutte le tracce di questo disco così ricco di significati e di dolcezza.
Lucio Leoni ha detto, a proposito del disco: ''Per contrasto se per Lorem Ipsum, che partiva dall'Io e piantava bene i piedi a terra, mi sono affidato ad una band composta in parte da ex-musicisti (cercavo il controllo assoluto), per Il lupo cattivo, che invece parte dal noi e guarda in aria, ho mischiato le carte e mi sono rivolto ad una sezione ritmica affiatata e già collaudata che vive indipendentemente: Le Sigarette!! al secolo Jacopo Ruben Dell'Abate (chitarra elettrica) e Lorenzo Lemme (batteria) e li ho uniti a Filippo Rea (elettronica e tastiere), Daniele Borsato (chitarra classica) e Giorgio Distante (Trombe e produzioni elettroniche). Il basso non c'è. Era troppo terreno. Il tutto come per Lorem Ipsum è stato poi mescolato da Riccardo Gamondi (Uochi-Toki) e poi masterizzato da Giovanni Versari.''
L'espediente del Lupo Cattivo è scelto da Leoni per parlare di emozioni universali e concetti senza tempo, per costruire una sorta di “saggio sull'esistenza” che non porti con sé una data di scadenza. Significati e i significanti si mescolano in costruzioni logiche o illogiche, per farsi dialogo interiore o racconto.
Il disco si compone di dieci brani originali, tra i quali ritroviamo anche una bellissima cover di “Io sono uno” di Luigi Tenco, arricchita da altre parole di Tenco, estratte da un Intervento al “beat 72” su “La canzone di Protesta” (Roma, novembre 1966).
A dare avvio al disco è 'La pecora nel bosco', che enumera le varie e complesse componenti dei rapporti di coppia siamo tutti pecore nel bosco. Ci accompagniamo e poi torniamo soli. Ci ritroviamo e poi ci riperdiamo, convinti che almeno in due ci si possa aiutare, ma poi scopriamo che è più l'intralcio che l'amore a renderci coppia. E' quindi subito chiaro il nuovo gusto dei brani del cantante romano.
La seconda traccia è “Stile libero”, che della coppia affronta il tema della non sempre garantita comprensione e del necessario rispetto e anche del coraggio che serve per mantenere in piedi un rapporto a due.
Scritta a quattro mani con Filippo Rea, “Le interiora di Filippo” ci riporta al mood di Lorem Ipsum - tranne il ''ritornello pop'' -e nasce da una serie di messaggi notturni scambiati con un amico intorno al senso dello scrivere. L'importanza di accettare la parola e il senso che questa produce come forza generatrice e purificatrice se utilizzata con “attenzione sacra”. Scardinando il volgare e il basso, il piccolo, puntando alle fondamenta della comunicazione rimane una sola verità: che “tocca magnasse il cuore insieme”. E che poi alla fine, comunque “nce se capisce gnente”.



Quarto brano in tracklist, “Sigarette” narra la perdita e le sue conseguenze mentre “Mapuche” riprende un brano di Luther Blisset e tratta stereotipi e differenze tra le persone: i Mapuche sono una popolazione cilena, l'unica tra le molte, dell'America Latina, a resistere ai tentativi di colonizzazione dei conquistadores spagnoli e che oggi sono di nuovo in guerra contro chi sta tentando di rubare le loro terre.
L'insonnia, l'ansia, la depressione coprono come una nube un brano profondissimo, “Perché non dormi mai” mentre “Niente di male” è dolce e ci fa sentire le rime di Leoni sul tema dell'attrazione, degli sguardi, delle farfalle nello stomaco e dell'etichetta da distruggere per farsi finalmente del bene e concedersi, una volta tanto, anche l'errore: ''Io ti volevo ricordare di respirare, di concederti e ogni tanto di lasciarti stare, perchè l'amore sentirselo addosso ogni tanto fa davvero bene''.
In “Impossibile essere possibile” Leoni collabora con i Vonneumann, un'incredibile band di Roma con cui secondo l'artista è nato un puro e limpido delirio di onnipotenza e flusso di coscienza che ha portato dai problemi di comunicazione interni a quelli esterni, da quelli umani a quelli tra uomo e macchina, per finire a quelli tra macchina e divinità. Il testo è impossibile. Ma, se esiste, vuol dire che è possibile. E allora è impossibile essere possibile. O viceversa. Relazioni, verità, distrazioni,libertà corroborano “Piccolo miracolo” quello del ritrovare le piccole abitudini di ogni giorno. Ed eccoci all'unica cover del disco, “Io sono uno”, rielaborazione di un bellissimo brano di Luigi Tenco, in cui il cantautore ci racconta un po' di sé. 
Con tutti questi ingredienti, “Il lupo cattivo” si realizza come un'interessante indagine su “chi è, cos'è e dov'è”, la scoperta che lo siamo anche noi. Capirne il bene e il male. Accettarlo. E accettare che, se viene la notte, ci mangerà.
 

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