Giorgio Ciccarelli - Bandiere

Giorgio Ciccarelli - Bandiere

Grazie ad un progetto Musicraiser il 30 marzo 2018 Giorgio Ciccarelli torna  con ''Bandiere'' e si appresta a farlo attraverso un disco di canzoni in cui ha impresso la propria forza e l'efficacia di musica e parole sempre ragionate al millimetro. Ciccarelli ce ne aveva già dato prova col suo primo disco solista, ''Le cose cambiano'' (2015), successivo alla sua uscita dagli Afterhours, per i quali aveva contribuito spesso nella scrittura dei brani.
L'obiettivo di questo album è una semplicità lontana dal semplicismo; è essere veicolo di temi etici e politici, facendo parlare i suoni, recuperando l'uso delle rime in modo non banale. Rime che danno sonorità e persistenza ai testi di Tito Faraci, di nuovo al fianco di Giorgio Ciccarelli. In 'Bandiere' non mancano arrangiamenti che per la prima volta incontrano la presenza di synth ed elettronica scoperti e amati nell'ultimo anno di tour suonato in duo con Gaetano Maiorano.
Ecco quindi che si sentono, oltre agli effetti di un percorso interiore importante, anche le conseguenze del confronto avuto con il pubblico durante il centinaio di concerti seguiti alla pubblicazione di “Le cose cambiano”. Ogni singolo brano di Bandiere racconta una storia, un argomento affrontato e sviscerato, un viaggio attraverso noi stessi e il nostro mondo. E in ogni canzone c'è un'invenzione, uno scarto rispetto ai canoni, un ribaltamento della prospettiva. Qualcosa che rimette in gioco tutto. Le cose sono cambiate, adesso e ''Bandiere'' è un nuovo traguardo e, allo stesso tempo, un nuovo inizio.
Giorgio Ciccarelli è chitarrista, cantante, autore e compositore, ha pubblicato dischi e suonato con numerose e importanti band (tra cui Afterhours, Sux!, Colour Moves) con le quali ha dato alle stampe ben tredici album, oltre a dvd, video e singoli. Si è esibito in Europa, Stati Uniti, Canada, Cina. Praticamente ovunque in Italia: dal teatro Ariston di Sanremo al Leoncavallo di Milano, dal concerto del Primo Maggio a Roma al teatro Petruzzelli di Bari, passando per buona parte dei locali, dei pub e dei bar rock della penisola. Ha suonato con e per artisti del calibro di Greg Dulli, Mark Lanegan, Patti Smith e Mina. Ha scritto e arrangiato pezzi per tutte le band con cui ha pubblicato dischi, vincendo premi in varie categorie.
 ''Bandiere'' si apre con 'Intro' iniziando come finisce e finendo come comincia, prendendo la forma di un viaggio perfetto e circolare. La seconda traccia si intitola 'Voltarsi Indietro' e con in ritmo sornione - costruito su un giro di arpeggiatore modificato e filtrato analogicamente - tratta la difficoltà di essere onesti, soprattutto con se stessi; segue 'Un Moderato Coraggio' quello che manca spesso nei rapporti umani e che invece viene sopraffatto dall'ipocrisia. L'intenzione, per questa canzone, sia a livello compositivo, sia negli arrangiamenti, era far incontrare (ipoteticamente) i Pixies ed i Metronomy in un caruggio di Genova nel 1965.
È una classica ballata pop-rock 'Mia Pietà' ed usa una parola poco usata nelle canzoni, come “pietà”. “Ho bisogno di un peccato, più che un dio. Di una colpa, più che un aldilà.”; 'Dentro E Fuori' parla di comunicazione e lo fa con rime che oscillano, che vanno avanti e indietro e che creano una tensione. In esso si sente forte il gusto musicale targato Ciccarelli, e le esperienze passate come quella con i mitici Sux!.
Incontriamo la chitarra acustica su 'Conterò I Tuoi No', che tratta un amore che non si spegne, che accetta anche i “no” e ne trae forza, nell'attesa, mentre c'è del vibrare pop rock in 'Due Per Tre', canzone di non amore, che racconta la complessità del distacco e i meccanismi morbosi e paradossali della reciproca dipendenza: “Pensami quando mi scorderai.” Ad introdurci sulle note di 'Dentro La Testa' è la voce di Carl Gustav Jung che ci dice che “The only real danger that exist is man himself. He is the only real danger, and we are pitifully unaware of it. We know nothing of man, far too little”. C'è un rock duro, diretto, martellante, implacabile, che non necessita interpretazione e che invita schiettamente alla ribellione. Infine, a chiudere è la canzone più politica del disco - la title track - che delinea una posizione netta, senza mezzi termini. A che cosa servono le bandiere? Perché bisogna rispettarle, se per loro gente è morta? Semmai, proprio per questo, sono da buttare. Da ammainare, in fondo al mare. Bandiere anche il pezzo più sperimentale. Sperimentazione intesa alla Robert Wyatt di Dondestan: minimalismo applicato alla canzone, impasto sonoro omogeneo e leggermente monotonale, spazi remoti occupati da pulsazioni ritmiche, quasi psichedelia elettronica.
Con questo disco, Giorgio Ciccarelli può piantare tranquillamente la propria bandiera nell'olimpo del rock italiano.

 
 

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