Nightguide intervista i Samael

Nightguide intervista i Samael

I Samael nascono in un bunker antiatomico in Svizzera quasi trent'anni fa, e da allora la loro musica si è evoluta ed è  cambiata: dal black metal degli inizi sono arrivati ad essere definiti industrial metal, con l'agguinta di elementi elettronici. Nightguide ha parlato con Michael "Vorph" Locher, voce e chitarra della band, del nuovo disco e dei concerti che li porteranno in giro per promuoverlo. E anche di bunker antiatomici. 





Hegemony, il vostro ultimo album, è uscito da poco per Napalm Records ed è un disco di una potenza rara: potete raccontarci qualcosa su come è nato, e di cosa parla?
Il disco ha avuto un periodo di gestazione di 6 anni. Xy (Alxandre Locher: batterista, percussionista, programmatore e campionatore della band n.d.r. ), che compone la musica, ha preso un anno di pausa per lavorare su un album di musica classica che ha registrato con un'orchestra completa prima di finire il lavoro sul disco. Hegemony è stato registrato qui in Svizzera l'estate scorsa, mixato in Svezia e il master è stato fatto in Finlandia. Spero che chiunque ascolti il disco ci troverà i suoi significati, collegandoli alle sue esperienze, educazione e origini...è più una collezione di canzoni che un concept album in ogni caso...


C'è anche un deluxe set, per la gioia dei vostri fan: cosa contiene?
L'album è in doppio vinile, digipack e in una confezione a edizione limitata con una collana, una toppa e una bandiera con stampata sopra la copertina del disco.


Il video di Black Supremacy è una bomba: la traccia è furiosa quanto deve esserlo. Come avete messo su il video, e di chi è l'idea del concept?
Il video l'ha fatto un nostro amico: il nostro chitarrista Mak lo conosceva bene e chi ha messo in contatto. l'idea originale del concept per il video è venuta a me, ma appena abbiamo iniziato a girare siamo finiti da tutt'altra parte. Adesso il video è più collegato alla musica di quanto non avessi in mente io stesso.


I Samael sono nati (o ancora meglio, si è svegliato) nel 1988: l'anno prossimo raggiungerete il traguardo dei trent'anni di carriera. Come festeggerete?
Il modo migliore di festeggiare queste tre decadi è con questo nuovo album, mostra la nostra intenzione di andare sempre avanti senza pensare troppo al passato.


Avete suonato in Italia il 10 settembre, al Metal Italia Festival: com'è andata?
Tornare in Italia è stato grande, e la gente era fantastica: quella sera abbiamo suonato tre nuovi pezzi, incluso Black Supremacy. L'abbiamo suonata li per la prima volta in assoluto, e la risposta è stata molto incoraggiante.


Avete alcuni show già fissati, sia in Nord America che in Europa: state lavorando a un tour più grande al momento?
Potremmo andare in tour prima della prossima estate, ma saremo in parecchi festival per presentare il nuovo album dal vivo.


Siete nati in un bunker antiatomico. Dov'è che l'avete trovato un bunker antiatomico per suonarci dentro?
In Svizzera era un obbligo avere un rifugio antiatomico per ogni persona che viveva in casa, quindi era molto comune, e lo è ancora, che le band usino questi posti come sale prove perché quelle stanze non sono molto usate in effetti. A meno che non siano usate come cantine o case private.


Nella religione ebraica Samael è l'angelo della morte, un essere incapace di discernimento che porta punizione e distruzione; nel libro di Enoch è uno degli angeli che si ribellarono a Dio, unendosi a donne umane, e dal III secolo A.C. è stato identificato con Satana. Quale definizione vi si avvicina di più?
C'è una canzone che si chiama Samael nell'ultimo disco che si riferisce al collegamento fra noi della band, e fra noi e chi ci viene ad ascoltare. SAMAEL è il nome di quel collegamento.


Fotografia di copertina di Aline Fouriner

interviste, napalm records, samael

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