tributo a un amico

tributo a un amico

  • 20/01/2004 |

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Oggi è il 20 gennaio,e oggi è l'anniversario della morte di un mio amico di infanzia.
Si chiamava Francesco (è bugia,ma tanto il nome vero non ve lo dico),e quasi 10 anni fa (cazzo sono passati dieci anni...dieci...) io e lui eravamo una cosa sola: insieme facevamo scherzi in giro,insieme passavamo lunghi pomeriggi,insieme ci facevamo le prime pippe adolescenziali,insieme giocavamo a pallone.
Era un ragazzo di strada Francesco,viveva in una catapecchia e i soldi bastavano appena per mangiare...di li' a poco avrebbe smesso di andare a scuola e non avrebbe avuto un gran futuro...ma c'era una cosa in cui era inimitabile:il gioco del calcio.
Francesco era un piccolo Maradonino,e tutto faceva pensare che avrebbe anticipato Cassano alla corte di qualche allenatore ultramiliardario:iniziò a giocare nelle giovanili di una squadra di serie C1,e credetemi per lui il pallone diventò l'unica alternativa a una vita da sottoproletario...sognava le donne,i miliardi,le ville,le auto sportive mentre stava sdraiato su un letto sfondato...e quel sogno quasi diventava reale quando guardava la sua maglia da allenamento stesa ad asciugare.
Poi un 20 gennaio venne l'infortunio gravissimo,l'ospedale e la consapevolezza di non poter più correre su un campo di calcio.
E da li' l'inizio della fine:la droga,la galera,l'oblio.
Francesco ora non lo so cosa fa,so solo che quando lo guardo e gli parlo non è più lui: i suoi occhi,le sue parole,i suoi gesti sono quelli di un morto.
Morto,anni fa,su un campo di calcio.
A Francesco
Eri forte Francesco
al giuoco del pallone
e io volevo essere sempre in squadra con te
per giocare
per vincere
in quel cortile
nell'estati d'infanzia
eravamo tutti insieme
contenti spensierati abbronzati
innocenti eccitati affiatati
ogni giorno
ogni sera
le nostre marachelle
Eri forte Francesco
tu il braccio io la mente
sempre in rivolta
sempre ribelli
mi difendevi quando volevano picchiarmi
dicevamo "insieme scaleremo il monte più alto"
Eri forte Francesco
al giuoco del pallone
non avvocato commercialista deputato
professore medico ingegnere
volevi fare il calciatore
tu inseguivi un pallone
io una parola un pensiero che sfugge
fino a che non ti ruppero le gambe
Eri forte Francesco
io ero lontano,non volevi pensare
un giorno marijuana l'altro cocaina
una sera furtarello l'altra una rapina
disperato il tuo volto riflesso
nei cocci d'un cuore infranto
Quanto dolore Francesco
un di' passeggiavo con una ragazza
ti vidi seduto nella volante
gli occhi incavati lo sguardo spento
Piansi.
E lei mi disse che sono un cretino.
Eri forte Francesco
sulla vetta del monte più alto inciderò il tuo nome.
Scusate amici se vi ho turbato ma questa a lui la dovevo.
La dovevo proprio.
The Peppon
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